Trasformare i problemi

A cura di Daniele Brambilla

Per gli psicologi della Gestalt il pensiero produttivo è caratterizzato dall’istantaneità della risposta adeguata chiamata insight, intuizione. Esso si distingue dal pensiero riproduttivo il quale si limita al procedere per tentativi ed errori, alla registrazione superficiale degli eventi che caratterizzano una situazione e ad una comprensione minima della struttura di quest’ultima.

L’attenzione alle strutture è ciò che permette al pensiero produttivo di operare una ristrutturazione ovvero: “di cogliere nuove proprietà degli elementi del problema i quali vengono così pensati e utilizzati in nuovi ruoli o in diversa prospettiva”[1], essa quindi implica il riconoscimento dei nodi problemici tramite “una penetrazione più profonda del problema attraverso la scoperta di un principio generale che porti in primo piano gli aspetti essenziali che prima stavano sullo sfondo ed elimini o porti in secondo piano quelli periferici”[2].

Per Wertheimer[3], ad esempio, pensare consiste nel cogliere la forma emergente; essa in uno spartito musicale “è la melodia al di sopra delle singole note: la percezione della forma precede e dà significato alle singole battute. Cambiando tonalità la melodia rimane”[4].

Le soluzioni innovative nascono perciò proprio dai nodi problemici individuati: “dal problema emergono allora dei vettori che, a partire dalle zone di disturbo, spingono a modificare gli squilibri ivi presenti. Questi vettori additano la direzione in cui procedere per chiudere la struttura del problema, per colmare le lacune apertesi ed eliminare le tensioni determinatesi”[5].

Il processo solutorio incontra nel suo svolgersi degli ostacoli che possono impedirne il compimento. Questi sono:
– la fissità[6] ovvero la resistenza che alcuni elementi del campo problemico mostrano, in quanto giudicati intoccabili e di conseguenza lasciati sullo sfondo;
– la meccanizzazione, ovvero la tendenza a trasferire in contesti diversi una strategia che in precedenza si era rivelata vincente,
– la direzione scelta, che attiva “processi che non condurranno mai alla ristrutturazione, poiché questa richiede un diverso approccio di partenza”[7];
– il principio della pregnanza[8] che consiste nella tendenza ad organizzare il campo problemico secondo alcuni principi percettivi[9] che “possono talvolta chiudere prematuramente il processo di soluzione”[10].
Gli individui in grado di vincere queste forze sarebbero quindi nelle condizioni migliori per riorganizzare i campi problemici in maniera creativa e individuare le strutture meno evidenti che possano condurre, di conseguenza, alle soluzioni cercate.

Gli ostacoli possono essere anche d’ordine linguistico. Infatti alcune espressioni impiegate nella formulazione di certi problemi possono nascondere le soluzioni; ciò a causa dei significati che esse vengono ad assumere a livello cognitivo nel momento della formulazione del problema, a tal proposito fuori dall’area della psicologia della Gestalt sono interessanti alcuni studi di Mosconi[11] sul problem solving: il problema non è qualcosa in cui il soggetto si imbatte come in un ostacolo esterno, “non è un punto di partenza…; è piuttosto esso stesso un punto di arrivo, il risultato di un processo o di un singolo atto cognitivo”[12] cosicché il messaggio ricevuto-elaborato dai soggetti può non corrispondere “a quello che è stato trasmesso dalla fonte”[13]; Mosconi conclude che “i problemi non hanno una sussistenza oggettiva, autonoma e indipendente dal soggetto, ma si costituiscono nella sua mente, sono un prodotto della sua attività cognitiva”[14]; in questo modo la soluzione di un problema “corrisponde fondamentalmente allo scioglimento dell’intrico intellettuale creatosi al momento della sua costituzione”[15].

La conoscenza degli ostacoli che si possono incontrare durante il percorso di ristrutturazione che permette l’insight non basta se non è sostenuta da una forte volontà e da un forte desiderio solutorio, a questo proposito Wertheimer, dall’esame di alcune bibliografie ricava che: “i processi produttivi hanno spesso questa natura: un nuovo esame e un’indagine cominciano col desiderio di giungere a una vera comprensione”[16]. Analogamente Mosconi ritiene l’aspetto motivazionale necessario ad una appropriata comprensione del nostro comportamento, tuttavia “questo non comporta che non sia possibile e utile studiare in prima istanza la dimensione intellettuale o cognitiva distintamente”[17] per la quale “chi si dedica all’educazione e alla formazione deve dedicare un’acuta attenzione”[18].


[1]Neresini F., La creatività degli scienziati, in Melucci A., Creatività, miti, discorsi, processi, Feltrinelli, Milano, 1994, p. 88
[2]Ibidem.
[3]Si veda Wertheimer, Productive Thinking, Harper, New York, 1945; trad. it. Il pensiero produttivo a cura di Bozzi P., Ed. Universitaria, Firenze, 1965
[4]Larocca F., Oltre la creatività: l’educazione, La Scuola, Brescia, 1983, pp. 91-92.
[5]Antonietti A., Il pensiero efficace, metodi e tecniche per la soluzione creativa dei problemi, Franco Angeli, 1994, p. 88.
[6]In Antonietti A., Ibidem, p. 89 troviamo distinti più tipi di fissità:1) Fissità di impostazione “riguarda il caso in cui un tipo di soluzione viene ancorato una volta per tutte a un particolare ambito di problemi cosicché risulta poi difficile trasferirlo in altri ambiti”2) Fissità di contesto “si riferisce al fatto che un elemento appartenente a un certo contesto diventa meno disponibile ad essere impiegato in un altro contesto”3) Fissità di struttura “concerne la tendenza di un elemento ad opporsi alla ristrutturazione”4) Fissità funzionale ovvero “la tendenza a impiegare gli elementi del problema secondo il loro uso comune o tradizionale” mentre la soluzione del problema richiede usi alternativi.
[7]Ibidem, p. 90.
[8]Si veda Kanizsa G., Il problem solving nelle psicologia della Gestalt, in Mosconi G., D’urso V. (a cura di), La soluzione dei problemi, Giunti, Firenze, 1973, pp. 35-87. Il principio della pregnanza è illustrato anche in Kanizsa G., La percezione, in Kanizsa G., Legrenzi P., Sonino M., Percezione, linguaggio, pensiero, Il Mulino, 1983, pp. 75-80.
[9]Ci si riferisce ai concetti della pregnanza o buona gestalt di semplicità, ordine, simmetria, regolarità, stabilità, coerenza strutturale, di carattere unitario.
[10]Antonietti A., op. cit., p. 90.
[11]Si veda Mosconi G., Discorso e pensiero, Il Mulino, Bologna, 1990. Mosconi G., D’Urso V., Il farsi e il disfarsi del problema, Giunti, Firenze, 1974, capp. III-IV.
[12]Mosconi G., La soluzione dei problemi, in Morgagni E., Pepa L. (a cura di), Età adulta: il sapere come necessità, Guerini, Milano, 1993, p. 237.
[13]Ibidem.
[14]Ibidem, p. 241.
[15]Ibidem, p. 242.
[16]Wertheimer, op. cit., p. 228. In Larocca F., op. cit., p. 93.
[17]Mosconi G., op. cit., 1993, p. 243.
[18]Ibidem.

 

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