Bisociazione e pensiero Gianico

A cura di Daniele Brambilla

Tra i ricercatori che hanno descritto il fenomeno dell’associazione creativa si ricorda Koestler[1], egli definisce “bisociazione” l’operazione che riunisce due schemi di riferimento, contesti associativi o strutture di ragionamento che sarebbero normalmente considerate incompatibili; “l’individuo creativo è pertanto colui che riesce a operare contemporaneamente su piani cognitivi e a mettere poi in contatto tali piani tra di loro”[2].

Nello stesso filone si inserisce Rothenberg[3], il quale definisce il pensiero creativo come pensiero “bifronte” o “gianico”, derivando il termine dalla divinità che guardava in due direzioni grazie ai suoi volti opposti; i prodotti artistici e scientifici si determinerebbero quindi nella combinazione consapevole di termini antitetici e apparentemente paradossali.


[1]Si veda Koestler A., trad. it., L’atto della creazione, Ubaldini, Roma, 1975.
[2]Antonietti A., Il pensiero efficace, metodi e tecniche per la soluzione creativa dei problemi, Franco Angeli, 1994, p. 40.
[3]Si veda Rothenberg Albert, The emerging goddess: the creative process in art, science, and other fields, University of Chicago Press, Chicago, 1979, cfr. Antonietti A., op. cit., p. 41.

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