Tra ortodossia e pluriappartenenza

A cura di Daniele Brambilla

Tra “l’ortodossia” delle tecniche fin qui esaminate e quelle modalità di iniziazione e ricerca creativa personale che assumono un aspetto rituale e magico, si trovano le tecniche il cui impiego e riconoscimento hanno caratteristiche di confine. Il loro impiego lo si ritrova tanto nei seri ambienti aziendali, in enti e università, che nella corsualità improvvisata e casereccia. Gli scopi per i quali vengono impiegate vanno dalla produzione di nuove idee alla modificazione di strutture di personalità, dalla preparazione di imprese alpinistiche e di incontri peripatetici sui carboni ardenti a viaggi nel mondo dell’interiorità e del profondo; esse possono tendere a modificare le sicurezze individuali, come introdurre alla scoperta di nuove capacità. In sintesi queste tecniche possono essere d’ausilio sia nella ricerca e nella formazione delle capacità inventive per aziende ed enti, che nella formazione che mira al cambiamento e alla crescita individuale. Esse sono soprattutto tecniche che utilizzano le proprietà dell’elaborazione inconscia, e si fondano sull’utilizzo prevalente dell’immaginazione, della meditazione e dell’attenzione alla corporeità e alle sue diverse forme sensoriali.

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